“Il lento inverno” di Andrea Sbarretti è stata la prima puntata del Tellurico Festival, un festival dedicato al fenomeno che ha caratterizzato e che caratterizza tutt’ora il territorio  nursino: il movimento tellurico che smuove le nostre terre.

Un dato è certo, le persone che si trovano in zona non temono il terremoto,  il terremoto è stato un fenomeno che ha cambiato le vite di moltissime persone, in maniera differente. Alcune di queste hanno lasciato temporaneamente o permanentemente questi territori. Chi a distanza di 3 anni è ancora qui significa che desidera rimanere a vivere in zona. Come fare quindi per dare uno strumento di sostegno e far relazionare le persone con questo fenomeno?  Mettendolo sul grande schermo.

Il Tellurico Festival ha permesso alle comunità locali di affrontare un tema, scontroso e a volte considerato tabù.  Se ne è parlato, si sono viste storie (come quella raccontata nel film “Il lento inverno”) e si è discusso sulle motivazioni per cui il territorio deve essere vissuto indipendentemente da alcuni  fattori ambientali.

Emanuele Persiani


Feedback del regista:

04/08/2019 a Campi di Norcia

Andrea Sbarretti

Faccio seguito alla proiezione del 4 agosto 2019 al Centro Polifunzionale di Campi di Norcia (PG) del mio film “Il lento inverno”, per il TELLURICO FESTIVAL.  

L’iniziativa atta a valorizzare i territori colpiti dal sisma del 30 ottobre 2016 è stata una bella occasione per far interagire varie professionalità all’interno di un unico Centro e quindi creare una sinergia che può concretizzarsi in progetti futuri. A Campi di Norcia ho girato varie scene del film: avevo bisogno di alcune locations che facessero vedere non solo le macerie che il sisma aveva provocato, ma anche la bellezza dei paesaggi naturalistici che questi territori posseggono.  

Il mio cinema si basa sui luoghi: i luoghi sono sempre i protagonisti dei miei film e in questo caso la bellezza della valle nursina, pur devastata dal terremoto è stata fondamentale per raccontare una storia d’amore e speranza; non a caso il bacio tra i due protagonisti de “Il lento inverno”, Benedetto e Claudia ho scelto di girarlo nei prati di Campi, ma facendo vedere alle loro spalle Campi alto, ormai disabitato e quasi completamente crollato. Un segno di speranza, una rinascita che lascia alle spalle il passato e si proietta verso un futuro difficile ma possibile, per tutta la popolazione che vive in queste zone.  

Il mio grande amore per la natura e per la Valnerina, essendo anche io un abitante della bassa Valnerina ternana, mi spinge a tornare ancora su questi luoghi, per raccontarli a mio modo, come ho fatto ne “Il lento inverno”.  

Ho in mente un progetto, un altro film da ambientare tra Campi di Norcia e Preci. Questa volta il film non parlerebbe del terremoto, anche se le macerie che di tanto in tanto verrebbero inquadrate, lo farebbero in maniera discreta, in ogni caso. Questo film potrebbe essere un volano per testimoniare che nelle zone dove il terremoto ha prodotto dei danni ingenti, c’è ancora vita, c’è ancora tanta voglia di restare attaccati alla propria terra, difendendola e cercando di trovare in essa, il pane che possa garantire un futuro. Il turismo sicuramente è una fonte di sviluppo economico per la valle nursina. Gli abitanti delle città, stressati dai ritmi frenetici che la vita impone, apprezzano moltissimo una vacanza rigenerante tra la natura dell’ Umbria.  

Ove il film possa essere girato in estate, potrebbe diventare il set per intrattenere alcuni turisti interessati o incuriositi di come si crea materialmente un prodotto cinematografico. Allo stesso modo potrebbero diventare attori o comparse nel film. Il cinema o comunque i prodotti audiovisivi, al giorno d’oggi rappresentano il principale mezzo di diffusione delle notizie e di intrattenimento. 

Ma la cosa che più mi interessa è quella di coinvolgere gli abitanti di Campi in un progetto cinematografico. Abbiamo due modi per coinvolgere gli interessati a questo percorso:  

  1. Reclutare gli interessati ai ruoli tecnici sul set del film. Quindi microfonista, segretaria di edizione, organizzatore generale, scenografo, costumista, direttore della fotografia, fotografo di scena. 
  1. Ingaggiare attori e comparse che abbiano voglia di recitare realmente su un film.  

Evidentemente entrambi i ruoli (tecnici o artistici) richiedono una preparazione preventiva. Più facile quella tecnica, più difficile quella attoriale e di recitazione artistica. Ma il cinema a cui io mi ispiro, ovvero al Neorealismo, quando in Italia c’erano le macerie della guerra e non quelle del terremoto, è stato fatto con attori presi dalla strada. Basta guardare molti film di Pasolini o De Sica. Il Neorealismo è un cinema da strada fatto con persone prese dalla strada, senza esperienza. E’ un cinema povero, ovvero realizzato con pochi mezzi ma tanta passione. Probabilmente è quello più vero, più onesto e sincero, perché i volti che hanno il compito di raccontare le storie, sono volti veri, volti marcati dalle sofferenze, dalla vita e non volti patinati di attori.  

A mio avviso Campi di Norcia può diventare il set e la base per un futuro film e perché no, di un più ampio progetto cinematografico, in cui altre produzioni possano venire a girare film nella zona dei Sibillini o della Valnerina.  

Logisticamente si potrebbe pensare ad una sistemazione della mini troupe e degli attori (che possono essere anche di fuori regione) nei container ad uso della chiesa.  

Ho voluto raccogliere qui alcune considerazioni che fanno seguito alla mia partecipazione al Tellurico Festival, ma anche alla mia frequentazione del cratere del terremoto, che sono avvenute nell’arco dei due anni, da quando ho iniziato a girare il film, per la precisione dal 3 ottobre 2017. 

Cordiali saluti. 

Andrea Sbarretti 
Regista cinematografico